Il Grinta by Charles Portis

Il Grinta by Charles Portis

autore:Charles Portis [Portis, Charles]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-06-14T12:00:00+00:00


La mattina dopo il Grinta era in piedi ancora prima che il sole superasse le montagne più alte a est. Non sembrava per nulla provato, nonostante la lunga cavalcata e la bella bevuta e il poco sonno. Volle a tutti i costi farsi un caffè, così accese un piccolo fuoco con gli sterpi per bollire l’acqua. Il fuoco non faceva quasi fumo, se non qualche filo bianco che si dileguava rapidamente, ma LaBoeuf la definì una sciocca concessione, visto che eravamo a un passo dalla preda.

A me sembrava di non aver quasi chiuso occhio. Nelle borracce c’era pochissima acqua e loro non mi permisero di usarla per lavarmi. Presi il secchio di tela, ci infilai la pistola e mi incamminai giù per la collina in cerca di una sorgente o di un ruscello.

All’inizio la discesa era abbastanza dolce, ma via via si fece sempre più ripida. Il sottobosco s’infittì e dovetti reggermi ai cespugli per rallentare la discesa. Andavo sempre più giù. Mentre mi avvicinavo al fondo, pensando con terrore alla sfacchinata per tornare, sentii degli schizzi e degli sbuffi. Ecco cosa pensai: “E adesso che diavolo…?”. Quindi sbucai all’aperto sulla riva di un torrente. Sull’altra sponda c’era un uomo intento ad abbeverare dei cavalli.

Quell’uomo era proprio Tom Chaney!

Potete facilmente immaginare che vedermi comparire davanti agli occhi quell’assassino fu per me un vero trauma. Ancora non mi aveva vista e nemmeno sentita, forse per il rumore che facevano i cavalli. Portava il fucile a tracolla con il classico pezzo di corda. Pensai di fare dietrofront e darmela a gambe, ma non riuscivo a muovermi. Ero pietrificata.

Poi mi vide. Per lo spavento spianò subito il fucile. Me lo puntò contro e mi scrutò bene dall’altra parte del ruscello.

Disse: «Ma io a te ti conosco. Ti chiami Mattie. Sei Mattie, la piccola contabile. Ma guarda un po’…». Fece un ghigno, abbassò il fucile e se lo rimise in spalla come se niente fosse.

E io: «Già, e io conosco voi, Tom Chaney…».

E lui: «Cosa ci fai qui?».

E io: «Sono venuta a prendere dell’acqua».

«Cosa ci fai qui tra questi monti?»

Infilai una mano nel secchio e tirai fuori la mia Colt Dragoon. Lasciai cadere il secchio e strinsi la pistola con due mani. «Sono qui per riportarvi a Fort Smith.»

Chaney se la rise. «Io non ci vengo. E adesso come la mettiamo?»

E io: «C’è una pattuglia di sceriffi su in collina che vi ci porterà senza tanti complimenti».

«Notizia interessante…» fece lui. «E in quanti sono?»

«Quasi cinquanta. Armati fino ai denti e fanno sul serio. Adesso lasciate quei cavalli, attraversate il ruscello e camminate davanti a me fino in cima alla collina.»

E lui: «Temo che costringerò gli sceriffi a venirmi dietro». Cominciò a radunare i cavalli. Ce n’erano cinque anche se mancava Judy, la cavalla di papà.

E io: «Se vi rifiutate, mi costringete a spararvi».

Lui tornò alle proprie faccende. «Ah sì? Allora ti conviene togliere la sicura.»

Me n’ero dimenticata. Tirai indietro il cane con entrambi i pollici.

«Fino in fondo. Devi sentire uno scatto» disse Chaney.

«Lo so come si fa.



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